V I S I T E   G U I D A T E

Sono ammessi anche i non iscritti ed ospiti, come uditori. Le visite si svolgono con precauzioni ed accorgimenti delle attuali normative, in materia di covid-19

RIONE PRATI (III PARTE):

Ponte Vittorio Emanuele II

CHIESA DI SANTA MARIA DEL ROSARIO

Lezione on line/podcast video: "UNA RILETTURA DELLA VISITA SVOLTA IL 26-05-2022":


arch. prof. Paolo Gioffreda


Ponte Vittorio Emanuele II

 

 

 

     

Sui quattro basamenti poggiano altrettante “vittorie alate”, in bronzo, che recano fra le mani: la corona della vittoria, l'armatura (panòplia) militare nei suoi motivi ornamentali, lo scudo, la spada, le catene spezzate (DELLA “SCHIAVITÚ” CHE I ROMANI AVREBBERO SOPPORTATO SOTTO L'IMPERO ROMANO E POI CON IL PAPATO), il ramo di quercia ed la corona/ghirlanda fiorita (PER INCORONARE LE TRUPPE SABAUDE CHE SAREBBERO ANDATE A “LIBERARE” ROMA).

Tutti segni e simboli dell'invenzione palingenètica dei Savoia, come che prima fosse tutto schiavitù-tortura-afflizione-martirio-tenebre e con l'Italia unita tutto divenisse gaudio-libertà-entusiasmo-luce infinita, una luce che avrebbe liberato la città di San Pietro dalle tenebre.
Una trasformazione ed un cambiamento radicali mediante una sorta di nuova religione, con un impeto alla maniera della rivoluzione francese (peraltro già superata da un secolo), al fine di generare uomini nuovi, con animi finalmente purificati e liberati.
Tutto ciò però non convinse i romani di fine ottocento e primo novecento: la loro stessa cultura plurimillenaria non potè far propri tali messaggi propagandistici. Quell'entusiasmo che da allora, fino ad oggi, è rimasto solo cristallizzato in queste opere.
In realtà la storia di Roma e dei romani non fu tanto disastrosa quanto queste opere propagandistiche avrebbero voluto dimostrare, tanto è vero che vollero come capitale d'Italia proprio Roma, per la sua storia, la sua cultura, la sua civiltà!
Tutto questo va a contraddire gli interi contenuti che queste opere vorrebbero ancora trasmetterci. Infatti quando ci si passa davanti, molto difficilmente ci si sofferma a contemplare il messaggio che ci vorrebbero ancora mandare e/o, se volete, tramandare.

L'immagine più paradossale, fra tutti falsi angeli, rimane quella che SGUAINA LA SPADA VERSO SAN PIETRO: una spada che resta ancora lì, sguainata, come segno minaccioso del nuovo stato anticlericale, come minaccia sostanziale contro la Chiesa, come incrontrovertibile intimidazione di non tentare più di avanzare oltre!
Tutta l'altisonanza quindi, delle opere di questo ponte, non ha voluto che reclamizzare nel tempo quell'invasione del 20 settembre 1870.

 

Qui abbiamo un'opera di arte sacra da strada, il "sacrum vaccinum": a mostrare la ormai nota forma maniacale, diffusasi durante la cosiddetta "pandemia" da covid-19, al punto di apparirci come una forma di religione, legata al "sacro farmaco genico sperimentale", che porterebbe alla ....... "salvezza".

 

 

 

Come evidenziato in alto nella planimentria del rione, oltretutto, anche le nuove chiese sono scarsissime rispetto alla popolazione e, per la prima volta dopo  quasi due millenni di Cristianesimo, ubicate in maniera da non essere visibili dai passanti.

Con la nuova Italia risorgimentale, l'impianto urbanistico, con i suoi tracciati viari, fu costruito volutamente evitando che qualsiasi strada avesse avuto, al suo orizzonte visivo, la cupola di San Pietro.
Non solo, ma i nomi di piazze e vie furono riferiti a soggetti risorgimentali, come quelli di Piazza Risorgimento, di Piazza Cavour, oppure addirittura la strada principale di Prati, che è in asse con Piazza del Popolo, ovvero via Cola di Rienzo, fosse intitolata nel 1885 a Cola di Rienzo, tribuno e senatore romano, che nel XIV secolo tentò di ripristinare la Repubblica a Roma, in contrasto con l'allora potere papale.

La nuova Italia risorgimentale voleva una "nuova" Roma, che avrebbe dovuto cancellare la Chiesa dal suo orizzonte, quindi anche dalla percezione visiva dei suoi abitanti e turisti, che avesse dovuto evitare di vedere l'immagine del Cupolone e del Palazzo Apostolico.

Una vera e propria damnatio memoriae, che avrebbe cancellato la Chiesa dalla memoria collettiva, con le sue funzioni accademiche, sanitarie, caritatevoli, pedagogiche, morali, assistenziali, quindi volere con ogni sforzo eliminare l'evidenza che la fede cristiana con la Chiesa, che è costituita da tutti i battezzati, a fornire il primo e fondamentale ruolo per la preparazione, l'ottimizzazione ed il raggiungimento della pienezza dell'identità italiana nei secoli, ma diciamo proprio nei due millenni della Cristianità.

Questa è ancora oggi, immutata, la Roma risorgimentale, voluta così, anticattolica, la Roma del “plurielogiato” sindaco Nathan, una Roma tutt’altro che libera e liberale, ma quantomeno ostracizzante, per usare un sincero eufemismo.

CHIESA DI SANTA MARIA DEL ROSARIO

   



     

 

Questa chiesa è un bell'esempio di stile neogotico ed è caratterizzata da una serie di particolarità: spicca ad esempio la trama orizzontale con colori bianco ed arancione delle colonne, oltre che da cinque arcate, ma anche per le volte decorate in modo da richiamare a tutti gli effetti un cielo stellato.

Si presenta suddivisa in tre grandi navate e l'altare, molto grande e sovrastato da un suggestivo trittico che raffigura la Madonna del Rosario, viene incorniciato da tre meravigliose vetrate policrome, che creano suggestivi effetti di luce, raffiguranti rispettivamente le tre corone con i quindici misteri (GIOIA, DOLORE, GLORIA). Il Rosario con i misteri della LUCE, ovviamente, non era ancora stato istituito da San Giovanni Paolo II, all'epoca dell'avvenuta realizzazione, nel 1916.

Peccato veramente che l'ubicazione della chiesa sia in una strada secondaria quindi, fra gli innumerevoli pellegrini che giungono a Roma, ben pochi hanno la possibilità di conoscere questo luogo straordinario, nella fede e nella contemplazione del Santo Rosario.


RIONE PRATI, "Fontana-giardino" a Piazza Mazzini, nell'attuale Quartiere Della Vittoria:

CHIESA DI SAN GIOACCHINO IN PRATI

Lezione on line/podcast video: "UNA RILETTURA DELLA VISITA SVOLTA IL 12-05-2022":


arch. prof. Paolo Gioffreda


"Fontana-giardino" a Piazza Mazzini

 

 

   

 

 
La sistemazione dell’area centrale di piazza Mazzini, fulcro del nuovo quartiere della Vittoria, si deveall’architetto Raffaele De Vico (1881-1969), il quale, ispirandosi ad un antico ninfeo, vi collocò una grande fontana che egli stesso definì ”fontana-giardino”.

Materiali semplici e naturali ma di grande effetto visivo progettuale, anche nella pavimentazione musiva: travertino, peperino, malta cementizia, breccia di fiume.

CHIESA DI SAN GIOACCHINO IN PRATI

 

 

 

   

   

   

     

     

 

Venne rivolto un appello ai cattolici di tutto il mondo, affinchè contribuissero alla costruzione del tempio da dedicarsi a S. Gioacchino e da offrirsi al Papa Leone XIII.

Ventisette nazioni risposero generosamente all'appello. Quattordici di esse, con la loro eccezionale partecipazione, adornarono ognuna una cappella che ne porta il nome: Brasile, Portogallo, Baviera, Polonia, Canada, Inghilterra, Stati Uniti, Spagna, Francia, Italia, Belgio, Olanda, Irlanda, Argentina.

L'inaugurazione avvenne il 20 agosto 1898.

Anche la Chiesa di San Gioacchino in Prati, per la prima volta dopo quasi due millenni di Cristianesimo, venne ubicata in maniera da non essere visibili dai passanti. Con la nuova Italia risorgimentale, l'impianto urbanistico, con i suoi tracciati viari, fu costruito volutamente evitando che qualsiasi via affacci sulla cupola di San Pietro, non solo i nomi di piazze e vie sono chiaramente risorgimentali come quelli di piazza Risorgimento, di piazza Cavour, oppure addirittura la strada principale di Prati, che è in asse con Piazza del Popolo, ovvero via Cola di Rienzo, fu intitolata nel 1885 a Cola di Rienzo, tribuno e senatore romano che nel XIV secolo tentò di ripristinare la Repubblica a Roma in contrasto con l'allora potere papale.




RIONE PRATI (I PARTE): luoghi di culto ed opere d'arte sacra visitati, nell'attuale Quartiere Della Vittoria:

"La dea Roma" di Igor Mitoraj,

RAI "Il cavallo morente" di Francesco Messina,

BASILICA DEL SACRO CUORE DI CRISTO RE

Lezione on line/podcast video: "UNA RILETTURA DELLA VISITA SVOLTA IL 28-04-2022":



arch. prof. Paolo Gioffreda

Scultura in marmo "La dea Roma" di Igor Mitoraj

 

 

Scultura in bronzo simbolo della RAI "Il cavallo morente" di Francesco  Messina

   

BASILICA DEL SACRO CUORE DI CRISTO RE

   

 

  
     
In uno dei due portali laterali esterni, le cui proporzioni rispondono a quelle degli archi trionfali romani, avevamo l'opera del maestro del ferro battuto, Isnaldo Petrassi, come lo definiva Marcello Piacentini, consistente nelle tre sfere "Trinità" ed un'aquila. Le tre sfere anche ad emblema delle Tre Virtù Teologali, Fede, Speranza e Carità. L'aquila, è la più nobile fra i volatili, ma anche in generale fra tutti gli animali è simbolo della potenza, della vittoria, in questo caso dell'impero italiano negli anni '30 del XX secolo. In questo caso le tre sfere sintetizzano che Fede, Speranza e Carità vanno necessariamente associate e perseguite dagli uomini, per l'espansione della nostra cultura cristiana nel mondo. Per l'arcinota damnatio memoriae, nel dopoguerra venne sostituita con lo stemma di Pio XII. Al momento l'abbiamo ritrovata, ben custodita e conservata nell'archivio parrocchiale. Nell'altro portale laterale è invece rimasta l'opera del Petrassi che raffigura La Croce in un cerchio raggiato ed Il Sacro Cuore di Gesù Trafitto al centro: è il simbolo della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore, che si adoperò per la costruzione del tempio e che ancora oggi amministra.

 

     

   

   

   

   


Squarcio metafisico: poliedricità di elementi, stilemi, geometrie, dal chiostro della Basilica del Sacro Cuore di Cristo Re, in Roma.


"RIONE SAN SABA:

BASILICA DI SAN SABA"

Lezione on line/podcast video: "UNA RILETTURA DELLA VISITA SVOLTA IL 07-04-2022":

arch. prof. Paolo Gioffreda

BASILICA DI SAN SABA

 

 
   

 

 

   

   

   

     

 

 
Nei locali della chiesa sono stati raccolti i frammenti di affresco recuperati dalla decorazione parietale dell'oratorio altomediovale, situato al piano sottostante la navata centrale, ma oggi ancora non visitabile.
L'affresco distaccato più grande raffigura la scena della Guarigione del paralitico, che viene calato nella casa dinanzi a Gesù, dopo che ne è stato scoperchiato il tetto. Faceva probabilmente parte di un più esteso ciclo cristologico che occupava la parete destra dell'oratorio. Viene fatto risalire agli anni del pontificato di Gregorio III (731-741). L’iscrizione greca recita: “Qui il Signore guarì il paralitico”, “evtha o K(urio)s iasato ton [para]lut[ikon]”.
C'è poi un frammento molto bello che raggruppa sette teste di monaci. È di un'epoca successiva – metà del IX secolo circa – ed apparteneva forse ad un ciclo che narrava la vita di San Saba.

"RIONE TESTACCIO:

CHIESA DI SANTA MARIA LIBERATRICE"

Lezione on line/podcast video: "UNA RILETTURA DELLA VISITA SVOLTA IL 24-03-2022"

arch. prof. Paolo Gioffreda

CHIESA DI SANTA MARIA LIBERATRICE

 

   

   
 
 

         

 

La Chiesa di Santa Maria Liberatrice venne eretta nel XIII sec., dove si trovava la Chiesa di Santa Maria Antiqua del VI sec., primo santuario mariano nel mondo, edificata dai bizantini come Cappella Palatina, dedicata a Maria. Veniva chiamata anche "Sancta Maria libera nos a poenis inferni".
La chiesa venne fortemente restaurata nel 1617 da Onorio Longhi, ma nel 1900 venne demolita, con un restauro critico per far rivivere la Chiesa di Santa Maria Antiqua.
Il titolo di Santa Maria Liberatrice fu trasferito per questa nuova chiesa costruita al rione Testaccio nel 1908, voluta da San Pio X, che affidò la costruzione prima ai benedettini (ha stilemi infatti vicini alla Chiesa di Sant'Anselmo sull'Aventino), poi ai salesiani.
Venne progettata sapientemente dall'arch. Mario Cedarini, che riporta lo stile neo-preromanico e neo-romanico, con elementi bizantini come l'iconografia dell'affresco della Chiesa di Santa Maria Antiqua con Il Christus Thriumphans, oggi una fondamentale e pedagogica testimonianza di fede dei primi secoli del Cristianesimo, qui replicata in mosaico su scala maggiore, proprio sulla facciata esterna principale, quindi ben osservabile dalla piazza.
All'interno, sull'altare maggiore, l'immagine venerata della Madonna con Bambino, trasferita dalla Chiesa di Santa Maria Liberatrice, del XVI sec. ed incoronata il 4 agosto 1653.

"RIONE CELIO:

"CHIESA DI SAN GREGORIO MAGNO E BASILICA DEI SANTI GIOVANNI E PAOLO"

Lezione on line/podcast video: "UNA RILETTURA DELLA VISITA SVOLTA IL 10-03-2022":

arch. prof. Paolo Gioffreda

CHIESA DI SAN GREGORIO MAGNO

 

 


   

 

 


BASILICA DEI SANTI GIOVANNI E PAOLO

 

 

 

 

 

 

Cappella interna di San Paolo della Croce. L'altare con due colonne di alabastro d'Egitto sono un dono del Principe Torlonia. Gli affreschi e la pala d'altare sono di Francesco Coghetti.
Nel transetto della cappella le opere sulle Virtù e La Passione e Deposizione di Gesù.

 

Due immagini del complesso basilicale (XVIII e XIX secolo, a destra)


"RIONE CASTRO PRETORIO (II PARTE):

"BASILICA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI

(con la partecipazione del maestro scultore Ernesto Lamagna)"

Lezione on line/podcast video: "UNA RILETTURA DELLA VISITA SVOLTA IL 24-02-2022":

arch. prof. Paolo Gioffreda

BASILICA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI

    

   

   

     

 

               
La Meridiana, posta nel transetto destro della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, incastonata nella splendida pavimentazione in marmi policromi basilicali, si estende lungo una linea di 44,89 metri. Essa fa parte di un grande orologio solare, tra i più pregevoli della Capitale ed inaugurato il 6 ottobre 1702 e tuttora funzionante. Si tratta di un’opera notevole , sia per valore estetico , sia in termini di qualità tecnica e, come recita l’epigrafe collocata in basilica, essa «[...] servì a regolare gli orologi di Roma fino al 1846 quando il cannone dal Gianicolo cominciò ad annunciare il mezzodì».
Questo strumento astronomico, conosciuto come Linea Clementina da papa Clemente XI (Giovanni Francesco Albani, 1649-1721), che ne affidò la realizzazione al canonico matematico Francesco Bianchini, è detto meridiana a camera oscura , per la presenza di un foro stenopeico (foro gnomonico) , ovviamente posto a sud.
In tal modo è possibile prevedere le posizioni dell’ellissi luminosa durante i principali eventi astronomici: solstizio d’inverno e solstizio d’estate, in cui si raggiungono, rispettivamente, la distanza massima e minima dal foro gnomonico, e punto equinoziale in cui il Sole entra, nel suo moto apparente, in Primavera ed in Autunno.

 



"RIONE CASTRO PRETORIO (I PARTE):

"CHIESA DI SAN BERNARDO ALLE TERME, FONTANA DELL'ACQUA FELICE (detta "del Mosè"), PIAZZA ESEDRA"

Lezione on line/podcast video: "UNA RILETTURA DELLA VISITA SVOLTA IL 10-02-2022":

arch. prof. Paolo Gioffreda

CHIESA DI SAN BERNARDO ALLE TERME

   

     

   
     

    

 



FONTANA DELL'ACQUA FELICE (detta "del Mosè")

 


PIAZZA ESEDRA

 
Piazza Esedra  ricorda la grande esedra delle terme romane di Diocleziano, il cui perimetro è rievidenziato dal colonnato semicircolare della piazza, opera di fine XIX secolo, dell'architetto italiano Gaetano Koch, autore anche degli imponenti palazzi che incorniciano la piazza.

"RIONE SALLUSTIANO:

"CHIESA DEL SACRO CUORE DI GESÚ, HORTI SALLUSTIANI, BASILICA DI S. CAMILLO DE LELLIS,

MURA SERVIANE (resti fra Via Carducci e Via Salandra), MONUMENTO A GIANO, CHIESA DI S. MARIA DELLA VITTORIA"

Lezione on line/podcast video: "UNA RILETTURA DELLA VISITA SVOLTA IL 27-01-2022":

arch. prof. Paolo Gioffreda

CHIESA DEL SACRO CUORE DI GESÚ

 




HORTI SALLUSTIANI

      


BASILICA DI S. CAMILLO DE LELLIS

 

     

     

     


MURA SERVIANE (resti fra Via Carducci e Via Salandra)

   


MONUMENTO A GIANO E MURA SERVIANE (resti su Largo di S. Susanna)





CHIESA DI S. MARIA DELLA VITTORIA

 

   

 
   

L'estasi di Santa Teresa d'Avila, di Gian Lorenzo Bernini, è l'immagine simbolo del barocco romano ma anche l'opera che ne condensa gli ideali: la conoscenza e l'esperienza del divino non è astratta ma passa attraverso i sensi.
Una dimensione totale che Bernini ha interpretato attraverso la fusione di tutte le arti, scultura, pittura e architettura - quello che egli stesso chiamava "bel composto".
Ecco allora che la cappella voluta dalla veneziana famiglia Cornaro in Santa Maria della Vittoria non si limita a mostrare all'interno di una edicola architettonica la santa carmelitana di Avila trafitta e travolta dall'amore di Dio (certo la freccia dell'Angelo, ma soprattutto la luce - naturale e mistica assieme, esattamente come in Caravaggio - proveniente da una finestra nascosta), ma inserisce un asse verticale che va dal pavimento, dove compare l'immagine della morte, alla volta con il Paradiso.

 

....... ed ai lati i membri della famiglia Cornaro osservano la scena come dai palchetti di un teatro .......

"RIONE LUDOVISI:

"CHIESA DEL SS. REDENTORE E S. FRANCESCA SAVERIO CABRINI, CHIESA DI S. LORENZO DA BRINDISI,

SANTUARIO E CHIESA DI S. MARIA REGINA DEI CUORI, CHIESA EVANGELICA LUTERANA DI ROMA (CHRISTUSKIRCHE),

PALAZZO MARGHERITA (oggi ospita l'Ambasciata degli Stati Uniti d'America),

CHIESA DI S. MARIA DELLA CONCEZIONE DEI CAPPUCCINI, FONTANA DELLE API"

Lezione on line/podcast video: "UNA RILETTURA DELLA VISITA SVOLTA IL 13-01-2022":

arch. prof. Paolo Gioffreda

CHIESA DEL SS. REDENTORE E S. FRANCESCA SAVERIO CABRINI

    

CHIESA DI S. LORENZO DA BRINDISI

   

   



SANTUARIO E CHIESA DI S. MARIA REGINA DEI CUORI

    

   

 

CHIESA EVANGELICA LUTERANA DI ROMA "CHRISTUSKIRCHE"

     

PALAZZO MARGHERITA (oggi ospita l'Ambasciata degli Stati Uniti d'America)



CHIESA DI S. MARIA DELLA CONCEZIONE DEI CAPPUCCINI

 

     

  

FONTANA DELLE API (Gian Lorenzo Bernini)

   

Alla fine della discesa di via Veneto presso l’angolo con via San Basilio, vi è la storica fontana delle Api, collocata nella vicina fontana del Tritone.

La fontana, in travertino e a forma di conchiglia bivalve aperta, fu eretta nel 1644 da Gian Lorenzo Bernini, per volere di papa Urbano VIII Barberini.

La sua collocazione originaria era all’angolo di palazzo Soderini, tra piazza Barberini e via Sistina.

Di piccole dimensioni e ad uso pubblico, assolveva la funzione di “beveratore delli cavalli”; in onore del committente il Bernini rappresentò sulla fontana le Api, simbolo araldico della famiglia e del pontefice.

Sulla valva superiore un distico scritto recita: “Il Sommo Pontefice Urbano VIII, costruita una fontana a pubblico ornamento dell'Urbe, a parte fece fare questo fontanile per uso dei cittadini nell'anno 1644, ventunesimo del suo pontificato”. Questa iscrizione scatenò una curiosa polemica e ironia del popolo romano a causa della riga “ANNO MDCXLIV PONT XXII” (il pontefice aveva anticipato il giorno dell’inaugurazione due mesi prima al compimento del ventiduesimo anno del suo pontificato), polemica che in quell’occasione “Pasquino” divenne portavoce delle aspre maldicenze dei romani sentenziando: “Havendo il Barberini succhiato tutto il mondo, ora volevano succhiare anche il tempo!”. Per placare le polemiche, il cardinale Francesco Barberini, nipote del papa, dispose che venisse abrasa l'ultima cifra dell'iscrizione togliendo una "I".

"RIONE ESQUILINO (II PARTE):

"SANTUARIO DELLA MADONNA DEL PERPETUO SOCCORSO E CHIESA CHIESA DI SANT'ALFONSO,

ARCO DI GALLIENO, CHIESA DEI SANTI VITO E MODESTO, CHIESA DI SANT'ANTONIO ABATE"


arch. prof. Paolo Gioffreda



SANTUARIO DELLA MADONNA DEL PERPETUO SOCCORSO E CHIESA CHIESA DI SANT'ALFONSO

 
   
   
   
 

ARCO DI GALLIENO

 
 
 

CHIESA DEI SANTI VITO E MODESTO

   

CHIESA DI SANT'ANTONIO ABATE

 

   
 

   

La novecentesca facciata di S. Antonio Abate, chiesa situata in via Carlo Alberto tra piazza Vittorio e S. Maria Maggiore, potrebbe trarre in inganno. Non viene nemmeno la tentazione di fermarsi, catalogandola tra le chiese moderne e invece le sue origini sono antichissime. Innanzitutto, avvicinandosi, si scopre che lo splendido portale romanico non è un’imitazione, ma risale veramente al XIII secolo. Più precisamente fu realizzato tra il 1262 e il 1266, forse dai Vassalletto, e ornava una precedente costruzione; le bellissime sfingi alla base del grande arco ne sono una conferma.

Oggi la chiesa è officiata con il rito russo cattolico, pertanto è stata arredata secondo i canoni di questa liturgia. Una grande iconostasi dorata e decorata separa la navata mediana dal coro; il presbiterio è una sorta di palcoscenico sul quale i sacerdoti celebrano riti tradizionali.


"RIONE ESQUILINO (I PARTE):

"TEMPLIO DI MINERVA MEDICA E CHIESA DI SANTA BIBIANA"


arch. prof. Paolo Gioffreda



TEMPLIO DI MINERVA MEDICA


  


STAZIONE TERMINI, SCENARI METAFISICI OPERA DELL'ARCH. ANGIOLO MAZZONI, 1939,

CON TORRE SERBATOIO DETTA "TORRE DI SANTA BIBIANA"

  

Nel caos visivo della Roma dai mille quartieri, le torri-serbatoio della stazione sono l'annuncio dell'arrivo.

Due cilindri di marmo, con la scala elicoidale che si arrampica con un moto geometrico e lento come è ormai il treno in arrivo: sono il più significativo punto di riferimento estetico.

Seguendo con l'occhio la purezza di quella forma metafisica ed irreale, nel contesto anche delle altre architetture del complesso, il viaggiatore che arriva si rende conto della fine del viaggio e dell'inizio dell'ordinarietà della vita.

Due torri serbatorio poste simmetricamente, una architettura che materializza lo stesso pensiero, ogni singolo giorno, in centinaia di migliaia di persone.



CHIESA DI SANTA BIBIANA

(Primo progetto architettonico di G. L. Bernini e prima sua scultura in marmo di un soggetto sacro)

 
 
 
 
 
 


"RIONE BORGO (II PARTE):

"CHIESA DI SANTA MARIA ANNUNZIATA IN BORGO E DI SAN LORENZO IN PISCIBUS

CON VISITA ALL'INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA SUI MIRACOLI EUCARISTICI NEL MONDO"


arch. prof. Paolo Gioffreda



CHIESA DI SANTA MARIA ANNUNZIATA IN BORGO

 
   
 

  Nella Chiesa di Santa Maria Annunziata in Borgo, accanto all’ingresso, è collocato il gruppo bronzeo di “S. Michele Arcangelo che sconfigge lucifero”, opera di Albert Lefeuvre (XIX sec.), oltre ad una tela dello stesso soggetto e periodo storico, posta sopra il portale della controfacciata.
   Ancora in riferimento all’Arcangelo Michele, all'interno si trova anche una tela a lunetta rappresentante “La processione di S.Gregorio Magno”, di Giovan Battista Montano (1534-1621), che rievoca l'evento dell’anno 590, con Papa Gregorio Magno nell’intento di implorare dal cielo la fine della peste che stava sconvolgendo Roma.
  Grazie a questa richiesta, al pontefice apparve l’Arcangelo Michele, nell’atto di rinfoderare la spada, un avvenimento che poi venne raffigurato a perpetua memoria nel 1753, anche con una scultura bronzea, piuttosto nota e visibile, posta sulla fortezza di Castel Sant'Angelo, opera dello scultore fiammingo Peter Anton Von Verschaffel.


CHIESA DI SAN LORENZO IN PISCIBUS

CON VISITA ALL'INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA SUI MIRACOLI EUCARISTICI NEL MONDO

   

 

  Con alcuni corsisti, appena dopo il termine della visita, che includeva anche la partecipazione all'inaugurazione della Mostra sui Miracoli Eucaristici, siamo riusciti a scovare la facciata esterna della Chiesa di San Lorenzo in Piscibus, accedendo al cortile interno del palazzo di stile Razionalista Italiano, fra via della Conciliazione e piazza Pio XII, che ingloba nel suo lotto armonicamente la chiesa romanica.
  Dalla corte è visibile la facciata, ma anche il piccolo e slanciato campanile del XII secolo.


"RIONE BORGO (I PARTE):

"COMPLESSO DI SANTO SPIRITO IN SASSIA (SANTUARIO) E CHIESA DI SANTA MARIA IN TRASPONTINA"


arch. prof. Paolo Gioffreda



VIA TRIUMPHALIS, MURA LEONINE, PORTA DI S. SPIRITO,

OSPEDALE DI S. SPIRITO IN SAXIA (IL PIÚ ANTICO D'EUROPA)

 


CHIESE DI SANTO SPIRITO IN SASSIA (SANTUARIO DELLA DIVINA MISERICORDIA)

 



PALAZZO DEL COMMENDATORE

LA RUOTA DEGLI ESPOSTI

 

La Ruota degli Esposti è stata un’usanza diffusa in tutta Italia dal XII al XVIII secolo. L’istituzione di questa usanza fu di Papa Innocenzo III che, secondo la tradizione, dopo avere assistito al recupero dei corpi di alcuni neonati annegati nel Tevere, detti “figli della colpa”, quei bambini concepiti al di fuori del matrimonio o da prostitute o comunque da gravidanze indesiderate. Innocenzo III rimase turbato e inorridito, pertanto stabilì un apposito reparto dell’Ospedale del Santo Spirito, affinchè fosse dedicato al sostentamento dei bambini abbandonati.
Infatti l'omicidio di bimbi, fin dal loro concepimento, non era legale e punito con la pena di morte. Per incoraggiare tutti coloro che avrebbero voluto "disfarsi" dei propri figli, senza ucciderli e rimanendo nell’anonimato, Papa Innocenzo III istituì la Ruota degli Esposti.
La Ruota si presenta come un piccolo barile ruotante, cavo ma con una tavola divisoria che lo seziona in due parti;  in una parte, dall’esterno, veniva deposto, in forma anonima, l'esposto, cioè il neonato di genitori ignoti (da cui il cognome “Esposito” o “Diotallevi” o similari). Al suono di una campanella veniva poi fatta girare la ruota verticalmente, prelevando così, dall’interno, come in una sorta di portavivande, il neonato, per affidarlo alle cure dei frati dell'ospedale. Spesso insieme al neonato veniva deposta una moneta spezzata, un ciondolo o qualcosa che avrebbe potuto, in futuro, riaccendere la speranza per un ricongiungimento.
Inoltre doveva anche essere comunicato se il bambino fosse o non già stato battezzato. Una volta accolti, venivano segnati con una doppia croce sul piede sinistro, divenendo così di fatto “figli della Famiglia” dell’Ospedale di S.Spirito. Poi veniva scritto nel registro “filius matris ignotae”, cioè “figlio di madre ignota” oppure l'abbreviazione “filius m. ignotae”, da cui la vulgata romanesca "fijo m. ignota" spesso definisce la figura della prostituta.


CHIESA DI SANTA MARIA IN TRASPONTINA

 



"RIONE TRASTEVERE (III PARTE):

"BASILICA DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE E CHIESE ALLA LUNGARA"


arch. prof. Paolo Gioffreda


BASILICA DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE

 

  

 

 

   

 



CHIESE ALLA LUNGARA

 

Le chiese a Via della Lungara presentano una doppia rampa di scale d'accesso dalla strada, che consentiva di preservarle dagli straripamenti del fiume Tevere, prima della costruzione dei muraglioni.

Inoltre non conservano opere particolarmente rilevanti, in quanto nei secoli vittime di atti vandalici e di saccheggi, dato che la zona della Lungara, tra il Tevere e il Gianicolo, poco urbanizzata, era fuori delle mura ed anche facilmente invadibile per chi fosse sbarcato dal fiume.

Solo nel 1642 Papa Urbano VIII Barberini fece costruire un lungo tratto di mura, di tipo moderno, le Mura Gianicolensi, che si snodano da Porta Portese fino a piazza del Sant'Uffizio, con un diverso tracciato rispetto le precedenti mura, nel tratto oltre Tevere, che avrebbero unito quelle Aureliane, anche intersecandole, a quelle Leonine.


"RIONE TRASTEVERE (II PARTE):

"BASILICHE NUOVA ED ANTICA DI SAN CRISOGONO E PIAZZA DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE"


arch. prof. Paolo Gioffreda


BASILICHE NUOVA ED ANTICA DI SAN CRISOGONO

    

   


   

 

 

 

 

 

PIAZZA DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE

 

 

Si accendono le luci appena uno o due secondi dopo che abbiamo puntato lo sguardo sull'icona mariana, alla sommità del campanile.

Forse un prodigio o un segnale? Sicuramente siamo stati nel luogo giusto, al momento giusto.


"RIONE TRASTEVERE (I PARTE):

"ANTICA SINAGOGA, CHIESA DI SAN BENEDETTO IN PISCINULA E BASILICA DI SANTA CECILIA"

24 giugno 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda


RIONE TRASTEVERE ED ANTICA SINAGOGA

La Sinagoga, dove si riuniva il primo nucleo della comunità ebraica di Roma, prima del suo spostamento nel rione Sant'Angelo, avvenuto nel periodo medioevale. La Sinagoga aveva una loggia ad arcate su colonne ed una cornice ad archi su mensolette in pietra: a conferma di questa ipotesi la colonna centrale dell’arcata presenta ancora oggi alcuni caratteri ebraici scolpiti nel marmo.

 



CHIESA DI SAN BENEDETTO IN PISCINULA

 
 


BASILICA DI SANTA CECILIA

 
 



"RIONE RIPA (III PARTE):

"AVENTINO, BASILICA DI SANTA SABINA E CHIESA E COLLEGIO DI SANT'ANSELMO"

17 giugno 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda


AVENTINO

 


BASILICA DI SANTA SABINA

 

 


CHIESA E COLLEGIO DI SANT'ANSELMO

 





"RIONE RIPA (II PARTE):

"FORO BOARIO, CHIESE SAN NICOLA IN CARCERE E DI SAN GIORGIO AL VELABRO, ARCO DI GIANO, BASILICA DI SANTA MARIA IN COSMEDIN"

10 giugno 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda

FORO BOARIO

   

 

CHIESA SAN NICOLA IN CARCERE

 

 


CHIESA DI SAN GIORGIO AL VELABRO

 

 

  

 
 

ARCO DI GIANO

 

BASILICA DI SANTA MARIA IN COSMEDIN

 

 

   

"RIONE RIPA (I PARTE): ISOLA TIBERINA, PONTE FABRICIO, NAVE DI PIETRA, TEMPLIO DI ESCULAPIO

E BASILICA DI SAN BARTOLOMEO ALL'ISOLA"

3 giugno 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda

PONTE FABRICIO

 

 


BASILICA DI SAN BARTOLOMEO ALL'ISOLA

 
    
 
 


ISOLA TIBERINA: NAVE DI PIETRA E TEMPLIO DI ESCULAPIO

 
   
 

"RIONE SANT'ANGELO:

FORO OLITORIO, BASILICA DI SANTA MARIA IN PORTICO IN CAMPITELLI,

CHIESA DI SANT'ANGELO IN PESCHERIA E PORTICO D'OTTAVIA"

20 maggio 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda

FORO OLITORIO



BASILICA DI SANTA MARIA IN PORTICO IN CAMPITELLI

 

 


 

 

 

 

PIAZZA MATTEI E FONTANA DELLE TARTARUGHE

 


CHIESA DI SANT'ANGELO IN PESCHERIA E PORTICO D'OTTAVIA

 

"RIONE CAMPITELLI (IV PARTE):

ARCO DI COSTANTINO, BASILICA DI S. ANASTASIA E CHIESA DI S. TEODORO"

6 maggio 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda


Visita all’arco di Costantino, che si può considerare una sorta di museo della scultura romana ufficiale, poiché raccoglie in se manufatti artistici preziosissimi, di epoche differenti ed appartenuti a diversi monumenti importanti della Roma Imperiale.

Successivamente abbiamo ripercorso il tragitto intorno al Palatino delle "Lupercali", per giungere alla basilica di Sant'Anastasia e poi alla Chiesa di San Teodoro.

ARCO DI COSTANTINO



BASILICA DI S. ANASTASIA



CHIESA DI S. TEODORO

  

 
 

"RIONE CAMPITELLI (III PARTE):

TEMPLI DELLE DIVINITÀ PAGANE VENERE E ROMA, BASILICA DI S. FRANCESCA ROMANA"

21 aprile 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda


Finalmente dal vivo, in presenza, abbiamo visitato il tempio delle dee Venere e Roma e la basilica di S. Francesca Romana.


TEMPLI DELLE DIVINITÀ PAGANE VENERE E ROMA

 


BASILICA DI S. FRANCESCA ROMANA

 

 

 

 


                                                                    "VISITE VIRTUALI ON LINE:

BASILICA DEI SS. COSMA E DAMIANO,

TEMPIO DI VENERE E ROMA,

BASILICA DI S. FRANCESCA ROMANA"

18 marzo 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda

Purtroppo anche quest'anno, a causa della pandemia, dobbiamo "interrompere", solo momentaneamente, diciamo meglio "sospendere", il nostro percorso con le visite attraverso i rioni di Roma.

Ma tutto questo non significa aver interrotto anche i nostri appuntamenti, che sono continuati on line con visite guidate virtuali, che tuttavia sono utili per apprendere meglio i luoghi che andremo comunque a visitare dal vivo, non appena ci verrà consentito.

Abbiamo così percorso, virtualmente, il nostro itinerario attraverso il rione Campitelli, visitando la basilica dei Ss. Cosma e Damiano (una buona ripassata per chi ci è venuto in quella reale, del 4 marzo scorso), il tempio di Venere e Roma e la basilica di S. Francesca Romana.

VISITE VIRTUALI ON LINE:

BASILICA DEI SS. COSMA E DAMIANO,

TEMPIO DI VENERE E ROMA,

BASILICA DI S. FRANCESCA ROMANA



"RIONE CAMPITELLI (II PARTE):

FORI ROMANI E BASILICA DEI SANTI COSMA E DAMIANO"

4 marzo 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda

La basilica dei Ss. Cosma e Damiano, ubicata nel cuore di Roma è una delle più antiche ed affascinanti chiese da conoscere.

Le date principali nella storia della basilica

anni 70 del I secolo – costruzione della Biblioteca Pacis
303 – Santi Cosma e Damian martirizzati in Asia Minore
309 – l’imperatore Massenzio costruisce il cosi detto Tempio di Romolo
526 – il papa Felice IV unisce i due edifici e crea la chiesa dei santi Cosma e Damiano
760 (circa) – Papa Paolo fonde l’oratorio
780 – la basilica ottiene lo status della diaconia sotto dal papa Adriano I
1503 – Frati Francescani del Terzo Ordine Regolare prendono cura della basilica
1512 – il decreto ufficiale che conferma la donazione della basilica al Terzo Ordine Regolare
1600 – il terremoto e l’inizio di restrutturazione della chiesa durante il pontificato del papa Clemente VIII
1626 – ricostruzione completa della basilica iniziata dal papa Urbano VIII
1946 – il complesso monastico rinnovato ed ampliato


FORI ROMANI

 


BASILICA DEI SANTI COSMA E DAMIANO

   
 
 

 
 


   



"RIONE PIGNA (III PARTE) E RIONE CAMPITELLI (I PARTE):

CHIESA DI SAN BIAGIO DE MERCATO, BASILICA DI S. MARCO EVANGELISTA,

BASILICA DI SANTA MARIA IN ARACOELI E PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO"

18 febbraio 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda

Dopo le visite nelle basiliche di San Marco e di Santa Maria in Aracoeli, ci si è soffermati sulla Piazza del Campidoglio per ricordare alcuni segni e simboli degli stilemi progettuali, che presero forma dal progetto di Michelangelo.
Abbiamo terminato la visita percorrendo quel tratto di strada, che ci ha portato ad osservare esternamente i ruderi della chiesa di San Biagio de Mercato e poi a conoscere alcuni particolari della facciata principale Vittoriano.


CHIESA DI SAN BIAGIO DE MERCATO



BASILICA DI SANTA MARIA IN ARACOELI



PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO


"RIONE PIGNA (II PARTE):

CHIESA DEL SANTISSIMO NOME DI GESÚ"

4 febbraio 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda

La chiesa è stata pensata e progettata, durante la Controriforma, nello spirito dei decreti del Concilio di Trento, con un’unica navata, un'unica e definita aula dei fedeli, proprio per focalizzare la loro attenzione sull’altare e sull’oratore.
La cupola con il tamburo ottagonale, segno dell'Ottavo Giorno, La Resurrezione.

L’interno, a croce latina, ha una vasta navata la cui volta è affrescata con il Trionfo del Nome di Gesù, grandioso, movimentato e luminosissimo affresco eseguito con straordinario effetto di prospettiva aerea da Giovan Battista Gaulli detto il Baciccia, che ha affrescato anche la cupola con Patriarchi e dottori della Chiesa.

La tribuna è affrescata, sempre dal Baciccia con Gloria del mistico Agnello.

Sull’altare maggiore campeggia una pala ottocentesca raffigurante la Circoncisione, di Alessandro Capalti.

Ci siamo piuttosto soffermati ad osservare anche l’urna bronzea realizzata dal Maestro Ernesto Lamagna (che è nostro Consigliere del nostro Centro Studi Arte Sacra), contenente le reliquie di S. Ignazio e dei Santi Gesuiti e posta d’innanzi l’Altare Maggiore.

Poi tutti immersi a seguire, nella Cappella di S. Ignazio, con la "macchina barocca" in azione, l'artificio scenografico, musicale e recitativo, che esalta la forza allusiva insita nell’immagine spaziale, coinvolgendo tutti noi attraverso lo stimolo dei sensi per chiamarlo a partecipare a un evento meraviglioso: uno spettacolo d'altri tempi, come potete vedere nel video qui a destra  ⇛⇛⇛

Poi ci siamo immersi a contemplare la più famosa immagine del Sacro Cuore di Gesù, di Pompeo Batoni (1708-1787), realizzata su rame, in previsione di un ritorno al neoclassicismo, sia per il materiale, sia per una ricerca di stilemi puristi. Cristo è vestito di una tunica rossa, come descritta nel racconto evangelico di Giovanni (colore del sangue, del martirio e dell’umanità) e un manto blu (colore del cielo e del divino), giovane e bello, con lunghi capelli inanellati sulle spalle. Il Suo Volto è contornato da una breve barba, mentre con la mano destra indica Il Proprio Cuore Irraggiato dalle Fiamme, Incoronato da una corona di spine che Lo fa sanguinare e sulla sommità del Cuore una Croce.


CHIESA DEL SANTISSIMO NOME DI GESÚ

   


  


"RIONE PIGNA (I PARTE):

CHIESA DI S. IGNAZIO DI LOYOLA E BASILICA DI S. MARIA SOPRA MINERVA"

21 gennaio 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda

Ci trasferiamo al rione Pigna, visitandolo in una prima fase con le chiese di S. Ignazio di Loyola e di S. Maria sopra Minerva.

Il nome Pigna ha origine dalla presenza di una grossa pigna in bronzo, del periodo medioevale, oggi esposta nel Cortile del Belvedere in Vaticano, mentre ancora priva era collocata al centro del quadriportico davanti l’antica Basilica di San Pietro in Vaticano. La pigna in bronzo fu realizzata probabilmente per le Terme di Agrippa, nell'area di un grande tempio dedicato ad Iside e Serapide (Tempio Iseo Campense), eretto da Domiziano, ma che comprendeva sia il Pantheon, oggi la Basilica di Santa Maria ad Martyres, sia il complesso archeologico noto come "area sacra pagana" al centro di Largo Argentina.


CHIESA DI S. IGNAZIO DI LOYOLA

BASILICA DI S. MARIA SOPRA MINERVA

 

   



"RIONE SANT'EUSTACCHIO (II PARTE:

PIAZZA E BASILICA DI S. AGOSTINO IN CAMPO MARZIO E CHIESA DI S. LUIGI DEI FRANCESI"

7 gennaio 2021

arch. prof. Paolo Gioffreda

Riprendiamo il nuovo anno con la basilica di S. Agostino in Campo Marzio e la chiesa di S. Luigi dei francesi, in particolare con le opere di Caravaggio.

Dalla facciata della basilica di S. Agostino, che riproduce i moduli dei tracciati regolatori progettuali, realizzata con i rivestimenti del marmo travertino reperiti dal crollo del sisma nel V sec., fino alla cupola che è la prima innalzata a Roma, in epoca "moderna".

All'interno della basilica, per citare parte delle opere visitate, la veneratissima statua della Madonna con Bambino, detta del Parto, di Jacopo Sansovino, l'altare maggiore su disegno del Bernini, con icona di Madonna Odigitria proveniente dalla basilica di S. Sofia in Costantinopoli, la cappella con tomba di S. Monica, un affresco di Raffaello raffigurante Isaia con sotto il gruppo scultoreo con La SS. Vergine, Gesù e S. Anna, di Andrea Sansovino, la S. Caterina, S. Stefano e S. Lorenzo del Venusti e La Madonna di Loreto o dei Pellegrini del Caravaggio.

Ci si trasferisce poi nella vicina chiesa di S. Luigi dei francesi, direttamente alla cappella Contarelli, per illustrare le Storie di S. Matteo di Caravaggio.


BASILICA DI S. AGOSTINO

IN CAMPO MARZIO

 

 

CHIESA DI S. LUIGI DEI FRANCESI

"RIONE SANT'EUSTACCHIO (I parte): PIAZZA E BASILICA DI S. ANDREA DELLA VALLE"

3 dicembre 2020

arch. prof. Paolo Gioffreda

Proseguiamo per il Rione Sant'Eustacchio con la basilica di Sant'Andrea della Valle e l'omonima piazza con una fontana e due edifici importanti, uno medioevale, l'altro del Ventennio.

Dopo la visita particolare nel Rione Regola di due settimane fa, anche questa volta in un'atmosfera serena e metafisica in una Roma, anche con pochissimi turisti, entriamo così nello storico Rione Sant'Eustacchio, nome che proviene da un martire cristiano dei primi anni del II secolo, a cui nel centro di questo rione è intitolata un'antica chiesa che, per tradizione popolare, sorge sul luogo del suo martirio.


PIAZZA E BASILICA DI S. ANDREA DELLA VALLE

"RIONE REGOLA: CHIESE DELLA SS. TRINITÀ DEI PELLEGRINI E S. MARIA IN MONTICELLI"

26 novembre 2020

arch. prof. Paolo Gioffreda

Visitiamo le chiese della SS. Trinità dei Pellegrini (Piazza della Trinità dei Pellegrini, 1) e di Santa Maria in Monticelli (Via di S. Maria in Monticelli, 29).

Dopo la visita senza uguali nel Rione Parione, nell'atmosfera matafisica di una Roma semi-deserta, entriamo così nello storico Rione Regola, nome che proviene dal latino "renula" (rena, sabbia sottile), da cui deriva anche Arenula, che è il nome di una via e un largo nei pressi della seconda chiesa che andremo a visitare. Infatti un tempo il rione era soggetto alle piene del Tevere, lungo la cui riva orientale si estende in lunghezza; quando infine l'acqua si ritirava, a volte dopo settimane, lasciava le strade coperte da questa “renula”.


CHIESA DI S. MARIA IN MONTICELLI

 

"RIONE PARIONE (II parte): S. AGNESE IN AGONE E S. LORENZO IN DAMASO"

12 novembre 2020

arch. prof. Paolo Gioffreda

Due chiese dedicate ai due santi più venerati a Roma nei secoli: Sant'Agnese e San Lorenzo, il cammino attraverso il Rione Parione.

Il nome del Rione Parione deriva dal termine latino paries (parete), dovuto alla presenza nel rione degli antichi resti di mura di enormi dimensioni, appartenenti allo, Stadio di Domiziano (oggi Piazza Navona), da cui per variazioni successive divenne Parietone, Parrione e quindi, Parione.

PIAZZA NAVONA


"RIONE PARIONE (I parte): PIAZZA, COMPLESSO E BASILICA DI S. MARIA IN VALLICELLA"

22 ottobre 2020

arch. prof. Paolo Gioffreda

Visite della Chiesa di Santa Maria in Vallicella o Chiesa Nuova (fra S. Filippo Neri e Rubens) alla piazza omonima ed al Complesso Monastico.

Per il termine del 2021, si prevede di visitare luoghi ed opere di Arte Sacra, attraverso i seguenti rioni: Parione, Regola, Sant'Eustacchio, Pigna, Campitelli, Sant'Angelo, Ripa, Trastevere, Borgo.


BASILICA DI S. MARIA IN VALLICELLA